La sfida lanciata dai cambiamenti climatici è profondamente legata a tutto ciò che anima la discussione sul futuro dell’Unione Europea, dalle migrazioni alle disuguaglianze, dal lavoro alla fiducia nelle istituzioni. La neo Presidente della Commissione UE, Ursula Von Der Leyen, ha ribadito più volte la centralità dell’ambiente nell’azione del suo esecutivo. Il nuovo Parlamento Europeo e la nuova Commissione Europea hanno infatti deciso di realizzare un grande piano per il clima: un Green New Deal.
Il Green New Deal europeo incorpora una visione di democrazia europea sociale e sostenibile che non separa il problema del clima da quelli della società. I problemi legati al cambiamento climatico richiedono un nuovo patto e un nuovo impegno sociale tra cittadini, imprese e istituzioni. Il progetto della Von Der Leyen può contare su due sponde importanti: la sua Germania e l’opinione pubblica. Da una parte la Germania che spinge per aumentare i finanziamenti sui temi ambientali e si è dotata di un Piano per la Protezione del Clima da 54 miliardi per i prossimi quattro anni, che diventeranno 100 miliardi entro il 2030. Dall’altro un’opinione pubblica – non solo europea – che si mostra sempre più sensibile al tema ambientale e attende risposte concrete ed urgenti. Secondo un sondaggio della Commissione UE, il 93% degli europei considera il surriscaldamento globale un problema grave: la campagna di Greta Thunberg, insieme ai disastri dell’estate appena trascorsa, hanno lasciato un segno profondo. La grande manifestazione di New York dello scorso 20 settembre, alla vigilia delle giornate contro il surriscaldamento globale volute dalle Nazioni Unite, ne è una dimostrazione concreta. L’eco dell’appello di New York è risuonato in 150 Paesi di tutto il mondo.
Negli USA l’idea di un piano di sviluppo per la transizione verde esiste da diversi anni, e sono stati i democratici americani a formalizzarlo per il tramite di Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane parlamentare eletta nella storia del Congresso degli Stati Uniti. La bozza del suo “The Green New Deal” pone al centro la questione della lotta ai gas serra, da debellare entro il 2050.
La Presidente Von Der Leyen ha dato nuovo impulso all’impegno avanzato dalla Commissione UE nel 2018, di azzerare le emissioni entro il 2050. Il Green New Deal europeo si regge su un forte rilancio degli investimenti in energia e infrastrutture sostenibili, quanto mai auspicato in una fase di stagnazione economica come quella attuale. Si prevede, infatti, che il passaggio ad un’economia a zero emissioni, secondo la Commissione, dovrebbe far aumentare di un ulteriore 2% il Pil dell’eurozona entro il 2050.
In linea con gli altri paesi europei il Governo italiano ha più volte ribadito l’intenzione di andare avanti sul Green New Deal, cui stanno lavorando il Ministro dell’Ambiente Costa e il Ministro dell’Economia Gualtieri, puntando a convincere l’Europa che gli investimenti pubblici legati alle nuove priorità come la lotta ai cambiamenti climatici, vanno scorporati dal calcolo del deficit. Contemporaneamente il Premier Conte, lancia un patto «verde» con tutto il mondo industriale e produttivo per cui progressivamente, attraverso meccanismi soprattutto incentivanti, si punta a ri-orientare tutto il sistema produttivo verso la transizione da un modello economico lineare ad uno circolare. I dati oggettivi dicono che l’Italia industriale ha un’importante tradizione e può assumere una leadership mondiale in tema di economia circolare. Infatti la mancanza di materie prime rende il riciclo parte integrante del DNA del nostro sistema produttivo, spingendo in modo “naturale” la crescita e lo sviluppo del Paese nella logica della sostenibilità.
(Immagine da Pressenza)