La carta è uno dei più semplici materiali creati dall’uomo. Già 800 anni fa, all’inizio della storia industriale, in Italia si utilizzavano gli stracci per la produzione della carta. La scarsità di risorse forestali utilizzabili per la produzione di legno e di carta ha portato l’industria cartaria italiana a sviluppare – tra i primi al mondo – una significativa capacità produttiva basata sull’utilizzo della carta da riciclare, ovvero la carta da macero.
Tradizionalmente la carta da riciclare rappresenta la prima fonte di fibre per i prodotti cartari italiani. Il tasso di circolarità in Italia supera la media europea: il tasso europeo è di 11,4% e nel nostro Paese è al 17,8% siamo secondi solo all’Olanda che ha una percentuale del 26,7%.
L’industria cartaria italiana negli anni ha migliorato i processi e le tecnologie produttive con l’obiettivo di ottimizzare l’impiego delle fibre da riciclo, rese disponibili dalla raccolta differenziata e dalla selezione del prodotto. Ad oggi in Italia, il riciclo negli imballaggi in carta ad esempio, raggiunge oramai l’80%, non lontano dall’85% che è il target della nuova direttiva europea che ci accingiamo a recepire.
La carta da riciclare proveniente dai Comuni italiani costituisce il primo materiale in quantità proveniente dalla raccolta differenziata urbana (oltre 3 milioni di tonnellate su un totale di 6,3 milioni di tonnellate di carta raccolta). Ogni minuto vengono riciclate 10 tonnellate di carta. Questo processo di riciclo genera però uno scarto, minimo, ma per il quale non vi è un’adeguata valorizzazione per evitare che vada “perso”.
Su questo punto specifico Assocarta, l’associazione di rappresentanza delle industrie del settore, sottolinea che sono necessarie politiche in grado di incrementare e favorire il recupero di questi “scarti del riciclo” della carta per consolidare le politiche di economia circolare. Viene infatti sottolineata la necessità di rafforzare il parco impiantistico nazionale, attraverso la realizzazione di un maggior numero di cartiere di ultima generazione, in grado di “lavorare” al meglio la carta da riciclare, generando una maggiore quantità di prodotto finito, a più alto valore aggiunto e più facile da esportare all’estero.
Ma cosa occorre perché vengano realizzate nuove cartiere che riciclino più carta ed in modo più efficace ed efficiente? A volte è solo mancanza di regole certe e chiare, che portano i pur importanti investimenti delle imprese, a rimanere a lungo in un limbo regolatorio.
E’ il caso, ad esempio, della riconversione della cartiera di Mantova, il cui cuore tecnologico è stato radicalmente rinnovato per riciclare sempre di più e meglio, ma che non riesce ad avviare le macchine per questioni burocratiche.
Il rispetto delle regole è imprescindibile, ma deve esserlo anche il dialogo tra Istituzioni e tra Istituzioni ed imprenditori, per agevolare una politica industriale sostenibile come quella legata all’Economia Circolare.
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