L’Italia e le sue imprese sono leader nel biodegradabile e la tecnologia può diventare la chiave di volta per una gestione dei rifiuti plastici compatibile con un modello sostenibile anche in tutti quei paesi in cui ancora non si è sviluppato un sistema efficace di gestione dell’end of waste.
Per capire di cosa parliamo è bene mettere a fuoco cinque concetti che aiutano a superare un’idea “negativa” della plastica come principale fonte d’inquinamento del mare:
- la plastica è igienica ed infrangibile. Questa caratteristica la rende uno dei materiali migliori per la conservazione degli alimenti. Al contempo questa è la sua più grande disgrazia quando diventa un rifiuto,
- il problema della plastica nell’ambiente e in particolare nei mari, è dovuto principalmente a chi la disperde nell’ambiente anziché utilizzare un sistema di raccolta consono,
- contrariamente a quanto si possa pensare, l’Italia è tra i primi Paesi nel riciclo dalla plastica grazie alle sue imprese innovative,
- l’uso della plastica come combustibile non è la sola risposta al problema dell’inquinamento ma è sicuramente una strada utile per ridurne l’impatto. Se infatti viene bruciata nel modo corretto per produrre energia, la plastica ha un destino migliore che lasciata nelle discariche,
- l’accumulo della plastica è dovuto anche alla mancanza di un numero adeguato di impianti per il trattamento e il riciclo dei materiali plastici.
Per fare in modo cha la plastica recuperata – anche grazie all’approvazione del DdL Salva Mare – sia utilmente impiegata, sarebbe necessario:
- costruire nuovi impianti in grado di assorbire e lavorare i rifiuti plastici recuperati
- superare alcuni vincoli normativi che limitano l’utilizzo delle materie plastiche rigenerate
- agire sulla creazione di un mercato di prodotti derivati dalle materie prime seconde
- diffondere una cultura positiva nei consumatori per favorire l’uso di prodotti realizzati con plastica rigenerata
Attualmente esistono numerose esperienze di raccolta della plastica dalle acque come la “Diga sul Po”. Un progetto nato dalla collaborazione tra Corepla e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, con il patrocinio del Comune di Ferrara, Ministero dell’Ambiente e Autorità del Po che ha permesso di sperimentare l’utilizzo di una diga ferma plastica. In soli quattro mesi la diga ha bloccato tre quintali di rifiuti di cui il 41% costituito da plastica. In questo scenario appare evidente come le imprese posso essere la soluzione al problema della gestione della plastica e non esclusivamente la causa. Con l’economia circolare le imprese contribuiscono non solo al rispetto dell’ambiente, ma anche allo sviluppo di nuova tecnologia come strumento per ridurre i rifiuti, riciclarli e smaltirli nel modo corretto.
Su questi temi, così come sulle policies e sui progetti sostenibili per migliorare il “rapporto” tra mare e plastica, sarà incentrato il workshop in programma il prossimo 17 maggio dalle ore 9,30 presso la Fiera di Roma, nell’ambito di EXCO2019 (la Fiera Internazionale per la Cooperazione allo Sviluppo Sostenibile): registrati gratuitamente per partecipare