Si fabbricano posate monouso in plastica capaci di resistere 450 anni, mentre il reale periodo di utilizzo è di circa 20 minuti. Vengono poi buttate senza possibilità di riutilizzo, con conseguenze importanti per l’ambiente. Ma ecco una nuova interessante invenzione pensata da un giovane studente di design industriale all’Università di Lund. Lui si chiama Pontus Törnqvist, 24 anni, vive in Svezia e ha realizzato una linea di buste e posate prodotte con fecola di patate, acqua e glicerina. Resistenti e flessibili come le normali posate di plastica, non inquinano e si possono persino mangiare.
Con il progetto,“Potato Plastic”, il giovane designer ha vinto l’edizione svedese del James Dyson Award, il concorso internazionale che sostiene gli inventori e premia le idee in grado di risolvere problemi reali in modo nuovo. L’idea nasce dalla constatazione che, attualmente, la fecola di patate è già utilizzata nelle industrie farmaceutiche e cosmetiche, quindi perché non introdurla anche nella produzione di plastica? Le posate sono realizzate con un materiale termoplastico, composto da fecola di patate e acqua mischiate insieme, riscaldate fino al loro addensamento e successivamente versate in determinati stampi ed esposte al calore fino a che non diventano un pezzo compatto e asciutto.
L’idea di Pontus Törnqvist ha già attirato l’attenzione delle catene di fast food, costrette a fare i conti con la recente direttiva del Parlamento europeo che, lo scorso 24 ottobre, ha votato il divieto totale per gli oggetti in plastica monouso a partire dal 2021.