Il Centro Ricerche ENEA di Brindisi ha sviluppato nuove bioplastiche funzionali per l’imballaggio alimentare: sono in grado di proteggere il cibo, conservarlo più a lungo ed indicarne l’eventuale deterioramento. I nuovi materiali biodegradbili per packaging provengono da fonti naturali, possono essere compostati, hanno proprietà protettive e in alcuni casi possono persino cambiare colore in risposta alle mutate condizioni ambientali. L’obiettivo della ricerca di ENEA era produrre materiali per imballaggi alimentari che fossero non solo a basso impatto ambientale ma anche in grado di proteggere gli alimenti, preservarne la freschezza e avvertire il consumatore in caso di deterioramento del prodotto. Con questa idea sono nati i biocompositi e le biopellicole intelligenti in grado di assegnare una nuova funzionalità al tradizionale packaging del cibo.
Le “pellicole smart” sono state create in collaborazione con l’Università del Salento e i ricercatori le hanno prodotte a partire dagli zuccheri contenuti nel mais e nelle barbabietole, come nel tradizionale processo di sintesi della plastica biodegradabile. In questo caso specifico, ai polimeri sono state aggiunte sostanze naturali in grado di fornirgli caratteristiche secondarie. In particolare, sono stati aggiunti l’olio di cardanolo e la porfirina che regalano al film spiccate proprietà antiossidanti e antifungine. A questo si sono aggiunti l’ossido di zinco e l’alluminio che forniscono invece un’azione antibatterica. Ma le proprietà smart non finiscono qui, perché queste pellicole sono in grado di cambiare colore in caso di deterioramento del cibo che contengono. Sono, quindi, come una cartina tornasole alle modifiche acido-base dell’atmosfera interna, diventando dei veri e propri indicatori dello stato di conservazione.
I biocompositi invece offrono struttura agli imballaggi in bioplastica, perché sono stati sviluppati aggiungendo fibre o additivi, derivati da scarti agroalimentari (es. lino, canapa, scarti di vegetazione olearia e di lavorazione del caffè), al fine di renderli più robusti. Sono dotati di proprietà meccaniche e di resistenza al fuoco, caratteristiche che rendono questi materiali biodegradabili adatti anche ad applicazioni nell’arredamento e negli interni dell’auto.
Claudia Massaro, ricercatrice del Centro ENEA di Brindisi afferma: “Siamo impegnati da anni nella sfida per la sostenibilità, in linea con i principi della valorizzazione delle risorse locali e dell’economia circolare” e sottolinea che: “le bioplastiche e biocompositi a fine vita subiscono un processo di degradazione che produce sostanze innocue o utili, come i fertilizzanti; inoltre possiedono caratteristiche chimico-fisiche in grado di sostituire completamente le plastiche di origine fossile in molteplici applicazioni”.