L’Italia è al terzo posto in Europa – dopo Germania (tasso di riciclo 71%) e Spagna (70%) – per il recupero degli imballaggi (67%). Sono diverse le filiere degli imballaggi come la carta, il vetro, la plastica, il legno, l’alluminio e l’acciaio che hanno già raggiunto e superato gli obiettivi previsti a livello europeo per il 2025. Questi i dati che emergono dallo studio annuale “L’Italia del Riciclo”, promosso e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Lo sviluppo del business del riciclo, in chiave strategica per la produzione di materie prime seconde e per il loro impiego all’interno del ciclo produttivo, passa necessariamente dalla sua integrazione con l’industria manifatturiera. A fronte di quantitativi di rifiuti pressoché stabili negli ultimi dieci anni, in Italia si osserva una sempre maggiore mole di rifiuti indirizzati verso il recupero e quantità sempre minori avviate allo smaltimento.
Nel 2017 le circa 1.200 imprese dell’industria del riciclo hanno trattato 18 milioni di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno, gomma e organico (+15% in confronto alla precedente rilevazione del 2014). In linea con l’aumento del recupero, si è registrata una maggiore produzione dei materiali secondari provenienti dal riciclo di questi rifiuti, con 12 milioni di tonnellate di materie prime seconde.
Molte filiere del riciclo hanno registrano ottime performance in questi anni, con dati positivi sia a livello europeo che italiano. Per citare un esempio i tassi di riciclo delle singole filiere dei rifiuti d’imballaggio hanno raggiunto livelli di avanguardia: carta (81% e terzo posto in Europa), vetro (76% e terzo posto), plastica (45% e terzo posto), legno (63%, secondo posto), alluminio (80%), acciaio (79%). In decisa crescita negli ultimi dieci anni la raccolta degli oli minerali usati, ormai vicina al 100%. Per quanto riguarda gli pneumatici fuori uso, la raccolta ha raggiunto l’obiettivo nazionale e in 10 anni il recupero di materia è passato dal 43% al 58%.
Esiste ancora una zona d’ombra, in cui l’Italia sconta un ritardo in termini di raccolta. Si tratta dei Raee (al 42% mentre l’obiettivo fissato per il 2019 è del 65%), delle pile esauste (42%, ultimo posto tra le potenze europee) e del riciclo dei veicoli fuori uso, cresciuto di un solo punto percentuale in 10 anni (dall’82% all’83%).