L’industria dell’abbigliamento è purtroppo tra le più inquinanti del mondo. Ma si sa anche che è tra i settori che più sono impegnati nella ricerca di tessuti innovativi e biocompatibili. Fino ad oggi la convenienza delle fibre sintetiche derivanti dal petrolio ha portato ad un utilizzo sproporzionato delle fibre plastiche, con effetti potenzialmente irreversibili sull’ambiente.
Il rilascio di nanoparticelle di plastica nei mari è dovuto ad un uso massiccio di fibre tessili sintetiche. Il settore moda, consapevole delle proprie responsabilità ambientali, sta portando avanti innumerevoli progetti e affrontando consistenti investimenti in ricerca e innovazione per cercare di sviluppare alternative ecologiche e sostenibili ai tessuti più utilizzati.
Tra gli esempi cui si guarda con interesse, vi è una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Sustainability, che propone una nuova ecopelle, creata a partire da biomasse ricche di funghi. L’idea, elaborata nei laboratori dell’Università di Vienna, sfrutta la porzione dei funghi che si sviluppa sottoterra (i miceli) per estrarre la chitina, un biopolimero. La sostanza subisce in seguito un trattamento chimico e fisico fino ad ottenere il prodotto finale, che ricorda esteticamente ed al tatto la pelle d’animale. Infatti, per fare in modo che questo genere di prodotti abbia poi un mercato di sbocco interessante occorre che queste nuove ecopelli siano in grado di coniugare l’aspetto estetico con le proprietà fisiche, riproducendo le caratteristiche di elasticità e forza del cuoio.
Altro aspetto su cui i ricercatori stanno ancora lavorando è sulla capacità di produrre questa ecopelle su vasta scala, così da essere compatibile anche con i grandi numeri che la produzione industriale richiede. I ricercatori sono però fiduciosi e hanno già attivato una collaborazione con un’azienda Finlandese che promette uno sviluppo tale da poter aumentare enormemente la produzione dell’ecopelle a base di funghi.