Il governo Meloni, come già era avvenuto con i governi Conte e Draghi, sceglie di rinviare l’adozione della plastic tax e della sugar tax. Si tratta di due provvedimenti che dovrebbero, nelle intenzioni dell’Unione europea, ridurre il monouso e incentivare un’alimentazione sana attraverso la leva fiscale.
“Prevista la sospensione anche per il 2023 dell’entrata in vigore di plastic e sugar tax, le imposte sui prodotti in plastica monouso e sulle bevande zuccherate”, con questa semplice nota Palazzo Chigi, il 23 novembre u.s. ha annunciato il terzo rinvio. Si tratta di un provvedimento su cui Confindustria si è da sempre mostrata molto critica, perché la plastic tax non ha finalità ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti. Con la plastic tax si assume che riducendo l’immissione al consumo di un materiale si possano risolvere le difficoltà connesse alla corretta gestione del fine vita, senza comprendere che tali difficoltà rimarranno fin quando non si affronteranno le criticità di contorno. Queste sono legate a un quadro di riferimento normativo e autorizzativo e a una dotazione impiantistica assolutamente insufficiente per un Paese che ha l’ambizione di restare leader in Europa nell’economia circolare.
A partire da queste considerazioni, Confindustria è fermamente convinta che una delle principali leve per realizzare un vero sviluppo sostenibile sia il completamento della transizione verso il modello economico circolare, che sicuramente non si ottiene attraverso politiche di divieti, bandi o tassazione di materiali. Piuttosto, è quanto mai auspicabile puntare su misure decise e concrete quali incentivi, contributi e agevolazioni normative per gli investimenti, a partire dall’ambito della ricerca e innovazione fino a un vero e proprio piano industriale che possa innalzare la capacità impiantistica virtuosa del Paese.