Con una ventina di bottiglie di plastica si può fare un maglione in pile. Da 235 grammi di reti da pesca, che altrimenti finirebbero nell’immondizia del mare, si ricava un metro di tessuto. Da 70 bottiglie di plastica si ottiene un metro di filato riciclato con cui si possono fare giacche, giacconi, calzoni, calzini. La plastica, nella sua seconda vita, s’inventa nuove vite. Così con i copertoni di un’auto o di un camion riciclati si possono fare suole per scarpe. Con i fondi e gli scarti della lavorazione del caffè mischiati a polimeri recuperati si possono fare giacche dagli affascinanti colori sahariani. I tappi delle bottiglie diventano lacci per le giacche a vento o stringhe per calzature sportive. Questa sarà la sfida dei prossimi anni.
Una delle sfide per cui i ”rifiuti sono una buona notizia” e si trasformano nel valore aggiunto di prodotti che fanno dell’ecosostenibilità quasi un elemento distintivo e di marketing.
Cresce il numero delle aziende che puntano sull’ecosostenibilità che diventa un plus che i consumatori sembrano apprezzare anche se per acquistare si deve spendere qualcosa in più. E proprio dalla moda arriva l’ultima sfida. Sono già molti i progetti che presentano un piano d’azione innovativo per ripulire i mari dai rifiuti di plastica. “Upcycling the oceans” è un’iniziativa dell’azienda d’abbigliamento spagnola Ecoalf che trasforma la plastica recuperata dal mare in abiti, giacche e borse di prima qualità.
L’idea nasce dal fondatore e proprietario dell’azienda, Javier Goyeneche, che osservando le grandi quantità di rifiuti che le reti da pesca raccolgono durante le spedizioni al largo, con il suo team di ricercatori si è chiesto se tutta quella spazzatura si potesse riciclare per pulire le acque proprio con l’aiuto dei pescatori. Dopo un periodo intenso di studio e ricerche, oggi Ecoalf collabora con duecento pescherecci in undici porti e raccoglie circa una tonnellata di rifiuti al giorno provenienti dal mar Mediterraneo.
Con i rifiuti di plastica recuperati, viene realizzato un eco-filato adatto a confezionare grandi quantità di abiti. Con il progetto “Upcycling the oceans” la moda si rivela un settore estremamente innovativo dal punto di vista della sostenibilità.
E, proprio come dimostra il fondatore dell’azienda, è possibile applicare ai materiali riciclati “la stessa qualità, disegno e proprietà tecniche dei migliori articoli non riciclati”.