Oggi ha tredici anni ma quando ha iniziato ne aveva solo sette. José è un ragazzino con un talento da businessman di lungo corso, è riuscito a trasformare i rifiuti in denaro. All’età di sette anni ha deciso di aprire una «banca», il Banco Cooperativo del Estudiante Barselana, per aiutare i suoi coetanei della città di Arequipa, in Perù, a raccogliere un po’ di soldi. La spinta per aprire il suo originale istituto di credito gli è venuta vedendo molti suoi compagni arrivare a lezione con lo stomaco vuoto. Oppure, ancor peggio, osservando i ragazzini di strada che a scuola neppure ci andavano.
La sua idea è semplice ma al contempo molto intelligente. I bambini portano alla sua banca i rifiuti che trovano a casa o in giro e in cambio ricevono un corrispettivo in denaro, che viene accreditato sul loro conto. Conto cui possono accedere soltanto loro, e non i genitori. José è riuscito, in poco tempo, a sottoscrivere accordi con diverse aziende locali di riciclo, che offrono alla banca un prezzo più alto di quello che di norma viene pagato a chi conferisce rifiuti riciclabili. Non si tratta affatto di fare “beneficenza” ma tutt’altro. Con il sistema messo a punto da José ad Arequipa è aumentato notevolmente il tasso di raccolta e quindi anche il giro di affari delle stesse aziende che lavorano i rifiuti mentre i bambini, spesso provenienti da quartieri estremamente poveri, riescono a risparmiare a mettere da parte qualcosa per il proprio futuro. Oggi la banca, conta più di 2000 «correntisti», e offre loro anche corsi gratuiti di educazione finanziaria, imprenditorialità e gestione ambientale. L’obiettivo di José oggi è di raggiungere almeno 20mila persone. Oggi siamo difronte al primo Banco Cooperativo per ragazzi, ragazze, giovani e donne che è anche un luogo di “alfabetizzazione economica” attraverso una formazione finanziaria e manageriale. José aveva un’idea molto chiara dell’obiettivo che voleva raggiungere con il suo progetto ovvero sradicare la povertà attraverso la cultura del riciclo, del risparmio e dell’imprenditorialità.