Ci sono ragioni tecniche ed economiche che stanno spingendo le maggiori case automobilistiche a sviluppare e utilizzare prodotti riciclati o materiali di scarto provenienti da altre lavorazioni per realizzare elementi interni di un’auto.
Agli esempi più famosi come Volvo, che vuole arrivare al 25% in cinque anni servendosi di bottiglie usate e vecchi sedili abbandonati, la Fiat, con la Panda e la 500 Hybrid che usano il filato «Seaqual Yam» in plastica riciclata, o ancora, i sedili della Audi A3 realizzati, in parte, con reti da pesca riciclate, si aggiunge alla lista anche la Seat. L’obiettivo della casa di origine spagnola, facente parte del gruppo Volkswagen, è di usare la lolla di riso, un sottoprodotto della lavorazione del riso normalmente destinato alla discarica, per rifinire gli interni dei veicoli al posto della plastica.
Non si tratta di una novità assoluta, infatti questo materiale è stato già utilizzato dalla Goodyear per la realizzazione di alcuni pneumatici. La novità sta nel fatto che una società spagnola ha messo a punto un procedimento che, anziché bruciare la lolla rendendola un rifiuto inutilizzabile, la trasformata in Oryzite: un materiale che può essere miscelato con altri composti termoplastici e modellato, rendendolo di fatto molto simile alla plastica.
Alla vista, non c’è alcuna differenza rispetto ai materiali tradizionali. Ma le parti sono più leggere e questo consente alle case automobilistiche di produrre componenti più leggeri con conseguenti benefici in termini di produzione di CO2. Infatti, auto più leggere, ma assolutamente sicure, inquinano meno con evidenti benefici per tutti.
Il Pianeta, ringrazia!