Il dibattito sull’impatto delle batterie delle auto elettriche a fine vita è animato da una costante contrapposizione tra coloro che sostengono che i costi di smaltimento sono molto elevati e che di fatto vadano ad eliminare i benefici guadagnati dall’assenza di emissioni inquinanti e chi invece crede che un equilibrio sia possibile.
Forse siamo ad un punto di svolta nel dibattito perché, grazie alle recenti ricerche e innovazioni, stanno prendendo forma alcune soluzioni “creative” al fine di migliorare il processo di riciclo delle batterie. Oggi esistono diverse soluzioni che vanno dall’estensione della vita utile, al recupero e al riciclo degli elementi in esse contenute per la produzione di nuovi accumulatori.
Il recente rapporto sulla carbon footprint presentato da Tesla mette in evidenza che già oggi l’azienda è in grado di recuperare e riutilizzare il 92% dei materiali delle sue celle batteria prodotte con Panasonic nella Gigafactory in Nevada. In questo modo l’azienda non solo sta implementando un modello di business circolare ma sta anche diventando un produttore di nichel, cobalto e litio, che sono i materiali critici, perché rari e preziosi, con cui vengono realizzate gran parte delle moderne batterie agli ioni di litio per autotrazione. Sostanzialmente sta dando dimostrazione al mercato che l’economia circolare green non solo fa bene al pianeta ma fa bene anche all’economia.
Approfondisci l’impact report 2020 di Tesla